sabato 1 ottobre 2016

Manifestazione 2 Ottobre


NO MUOS                                                                                           NO F-35
                               CONTRO TUTTE LE GUERRE
 
Il MUOS è un sistema integrato di comunicazioni satellitari militari degli USA. Le stazioni
di terra sono in quattro posti del Globo: a Niscemi (in Sicilia), in Australia, in Virginia e
alle Hawaii. In Sicilia esiste da anni un movimento di opposizione contro questa
installazione controllata dalla Marina statunitense. Perché i siciliani si oppongono e
perché noi li sosteniamo in questa lotta contro il MUOS? Perché si tratta di uno
strumento tremendo, approntato per fare meglio la guerra in tutto il mondo (e quindi
per uccidere e distruggere in modo più efficiente), perché si tratta di un'installazione
dannosa per la salute di chi vive lì vicino e per l'ambiente in generale (una bella
sughereta tra le poche rimaste in Sicilia). Dichiariamo inoltre tutta la nostra solidarietà
dei confronti dei circa duecento militanti NOMUOS che sono stati rinviati a giudizio a
causa delle loro iniziative di lotta e che saranno processati a Gela.
Anche noi, a Novara e dintorni, siamo vittime della prepotenza e del militarismo
statunitense. Infatti, nell'aeroporto militare di Cameri costruiscono i cacciabombardieri
F-35, strumenti delle guerre future prodotti da Lockheed Martin con la complicità fattiva
di Leonardocompany (la vecchia Finmeccanica).
Noi non vogliamo che in Italia si costruiscano micidiali ordigni di morte che potranno
addirittura imbarcare i nuovi modelli di bombe nucleari B61-12 (ciascuna delle quali può
sviluppare una potenza di quattro volte superiore all'ordigno che ha distrutto
Hiroshima). Noi non vogliamo che l'Italia acquisti quasi un centinaio di questi
cacciabombardieri spendendo decine di miliardi che potrebbero essere usati per scopi di
pace e di crescita sociale ed umana. Noi non vogliamo che il parco del Ticino e il
territorio urbano circostante la fabbrica vengano danneggiati dai rumori assordanti dei
voli di collaudo e da altre fonti inquinanti come la fabbrica di vernici usate per rendere
invisibile tale velivolo.
Noi lottiamo insieme ai NOMUOS siciliani, consapevoli che la lotta contro tutte le guerre
in cui è impegnato il nostro Paese cominci dalle retrovie, cominci dalle nostre case e
dalle nostre città.
Ma il nostro governo è contento di avere il MUOS, è contento di avere almeno 70 testate
atomiche nascoste nei bunker statunitensi presenti sul nostro territorio, è contento di
avere gli F-35 e di essere quindi un avamposto per le guerre africane e mediorientali.
Noi invece no: non vogliamo che l'Italia vada in guerra e non vogliamo che possa essere
esposta a contrattacchi, ritorsioni, attentati terroristici.
Contro i militaristi di tutto il Mondo manifestiamo il nostro dissenso il 2 ottobre
2016 (in contemporanea con la manifestazione nazionale NOMUOS che si tiene
a Niscemi): ritrovo dalle ore 14 piazza Dante Alighieri di Cameri, partenza ore
15 della biciclettata, per chi parte da Novara in bicicletta ritrovo ore 14 dalla
piazza della stazione Fs, a seguire merenda al sacco all'entrata secondaria
dell'aeroporto di Cameri, lungo la strada che va verso la valle del Ticino, in
vista della Fabbrica di Morte dove si producono gli F-35.



martedì 10 maggio 2016

SABATO   28   MAGGIO                          DALLE   15:00


Presidio  alla  base  NATO  di  Solbiate  Olona



La struttura di Solbiate Olona ospita dal 2001 il quartier generale dei corpi NATO di dispiegamento rapido NRDC-ITA. E’ uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida, e conta su 2000 militari.

L’Italia fornisce il 70% del personale, il rimanente è costituito da militari provenienti da altre nazioni. Il Comando è preparato per interventi in aree di crisi in base a quanto stabilito dal Consiglio Nord Atlantico ed è già stato impegnato in Afghanistan nel 2003 nella missione Isaf sotto comando USA.

Il Comando sta per diventare quartier generale interforze, con la partecipazione di personale anche della Marina e dell’Aeronautica.

Si può affermare quindi senza tema di smentita che la struttura di Solbiate ha assunto una notevole importanza in ambito NATO e certamente può rientrare tra gli obiettivi di attentati militari o terroristici.



Attualmente in Italia si spendono in armamenti oltre 80 milioni di euro al giorno che devono diventare 100 nei prossimi due anni. Le spese nella “Difesa” (che tale non è più) aumentano a scapito di pensioni, sanità, istruzione, trasporti, lavoro, bonifiche e messa in sicurezza del territorio. Lo stato sociale è smantellato a favore dello stato armato. Per non dire dell’inquinamento, provocato soprattutto dalle esercitazioni, e del rischio di contaminazione radioattiva.

Con il presidio del 28 Maggio davanti alla caserma NATO di Solbiate Olona intendiamo ribadire l’importanza della mobilitazione sul territorio come momento insostituibile di coinvolgimento delle persone e di sensibilizzazione rispetto a temi fondamentali come il disarmo e lo status di Paese neutrale, per difendere la nostra sicurezza, i nostri soldi, la nostra salute.



Rilanciamo la mobilitazione popolare su poche essenziali parole d’ordine:

- uscire dalla NATO

- chiudere le basi, fuori la NATO dall’Italia

- smantellare gli armamenti, primi fra tutti quelli atomici



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Evento Facebook di riferimento: https://www.facebook.com/events/582018488638124/


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Hanno aderito:

 

Comitato Nessun M346 a Israele
Movimento No F35
USB Novara
Punto Pace di Pax Christi Tradate
Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani
ADL Varese
Kinesis Tradate
Comitato Acqua Bene Comune della Provincia di Varese
Comitato contro la guerra Milano
Comitato varesino per la Palestina
No TAV della Valle di Susa
Associazione Culturale "Stella Alpina" di Pombia
BDS Milano
Associazione Oltre il Mare
Cobas scuola Varese
Associazione FreeWeed Board
Attac Saronno



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Richiesta di partecipazione al "Forum digitale contro la guerra"


 




lunedì 19 gennaio 2015

COMUNICATO in solidarietà a Marcello: NO SORVEGLIANZA SPECIALE!



Di seguito pubblichiamo il nostro comunicato, per esprimere solidarietà a Marcello. 

Invitiamo tutti/e a presentarsi fuori dal Tribunale di Varese, il 27 gennaio alle ore 9.00 e a partecipare al corteo contro la sorveglianza speciale, il 24 gennaio (ore 15.30 ritrovo in Piazza San Francesco, Saronno).  Per info: http://resist.noblogs.org/
 

COMUNICATO:

Il prossimo 27 Gennaio presso il Tribunale di Varese si terrà l’udienza per valutare la richiesta del Questore di applicazione della sorveglianza speciale a Marcello, un compagno che ha partecipato, tra l’altro, ad alcune iniziative promosse dal Comitato promotore del Forum contro la guerra. La sorveglianza speciale è una misura di prevenzione che si applica a prescindere dalla commissione di un reato. Le misure di prevenzione, nate per colpire criminali e mafiosi, hanno trovato più recentemente larga applicazione nel tentativo di repressione dell’antagonismo sociale. La sorveglianza speciale, come l’obbligo o il divieto di dimora, limita grandemente la libertà di movimento e di rapporti e tende ad isolare il destinatario della misura dal contesto sociale in cui opera. In una assemblea molto partecipata che si è svolta ieri sera a Saronno alcuni interventi hanno messo in evidenza, tra l’altro, come l’iniziativa contro Marcello debba essere considerata una sorta di “apripista” per analoghe iniziative nei confronti di altri. E’ estremamente importante dimostrare concretamente la solidarietà nei confronti di Marcello partecipando alle varie iniziative promosse ( vedi il sito di Kinesis) e  con la presenza in udienza.

Tra i dati sintomatici della pericolosità sociale di Marcello elencati nella richiesta del Questore colpisce la segnalazione della partecipazione di Marcello alla manifestazione dell’Ottobre 2012 attorno alla sede dell’Aermacchi a Venegono. Lo stesso Questore ricorda che la manifestazione è stata nazionale ma pudicamente omette di citare Israele come destinatario della vendita degli M346.

Apprendiamo così che partecipare a una pacifica manifestazione contro la vendita di dispositivi di guerra è indice di pericolosità sociale; dal che si desume che produrre e vendere questi strumenti di morte è invece meritorio.


Per tutte queste ragioni come Comitato promotore del Forum contro la guerra siamo a fianco di Marcello e gli esprimiamo la nostra solidarietà.





Venegono, 16 Gennaio 2015        Il Comitato promotore del Forum contro la guerra

domenica 21 dicembre 2014

Un nuovo ruolo per Finmeccanica - articolo di Nigrizia

Un nuovo ruolo per Finmeccanica

Nel convegno dal titolo "L’industria delle armi alimenta le guerra. Il ruolo di Finmeccanica” a Venegono Superiore, è stato analizzato il gruppo industriale italiano della difesa e della sicurezza. È possibile pensare a una rimodulazione del suo modello imprenditoriale e di produzione in chiave civile? Ecco una sintesi dell'incontro. 


Lo scorso 29 novembre a Venegono Superiore (Va), si è svolto il convegno dal titolo “L’industria delle armi alimenta le guerra. Il ruolo di Finmeccanica”. È il terzo incontro di dibattito, organizzato dal Comitato NO-M346 del varesotto, dal Movimento NO-F35 del novarese e da tutti i promotori del “Forum contro la guerra”. L’incontro si è posto l'obiettivo di analizzare l'holding della difesa e sicurezza Finmeccanica, uno dei comparti più importanti del sistema paese e fare nuove proposte per una trasformazione della sua linea produttiva.
Nell’epoca della “guerra infinita” una delle attività considerate strategiche dallo Stato è il mantenimento delle capacità industriali e tecnologiche giudicate essenziali per la sovranità operativa delle forze armate.
Finmeccanica è stata definita dal “Libro bianco della difesa” elemento essenziale non solo per la difesa e sicurezza degli interessi vitali e strategici italiani, ma anche fondamentale, per le sue capacità tecnologiche, per la crescita complessiva del Paese. L’azienda, con la cessione degli asset civili, intende trasformarsi in una holding esclusivamente orientata verso i settori dell’aerospazio e della difesa, seguendo un modello di difesa “aggressivo”.
Nel convegno di Venegono (del quale i missionari comboniani sono stati accesi promotori ospitando l’evento) l’obiettivo dichiarato era quello di avviare un dibattito per individuare le criticità di questo modello economico e di difesa, con l’idea di proporre una sua rimodulazione che porti ad un passaggio dalle scelte militaristiche a quelle fondate su una produzione finalizzata ad attività civili.
Il convegno rivestiva una importanza particolare per il territorio varesino perché qui sono presenti AleniaAermacchi e AgustaWestland, aziende madri del Distretto aerospaziale lombardo che anche nel 2014 si è confermato il maggiore del settore per quota di export, il 35% del totale nazionale, con un giro d'affari di 4,5 miliardi di euro e 15.000 addetti. Nondimeno in queste aziende si sono organizzate lotte per la riconversione dell'industria bellica alla fine degli anni '80, in particolare quella condotta dai lavoratori Aermacchi all'inizio della prima guerra del Golfo.

A parlare, nel castello dei missionari Comboniani di Venegono Superiore, proprio nel territorio fra Varese e Novara dove sono concentrate diverse aziende aeronautiche belliche di rilevanza internazionale, sono stati: Domenico Moro (economista) che ha parlato del ruolo di Finmeccanica nel capitalismo italiano e transnazionale, e sul significato della “riconversione al militare” proposta dall’attuale management; Manlio Dinucci (giornalista e saggista) intervenuto sul ruolo della produzione bellica nella implementazione di un modello di difesa aggressivo a supporto di un sistema economico predatorio; Alex Zanotelli (missionario Comboniano e ex-direttore di Nigrizia) sulla grande immoralità di spesa e produzione militare e del commercio di armi, che hanno raggiunto dimensioni da capogiro.
Riflessioni particolari sono state portate dagli interventi di sindacalisti di base come Fiorenzo Campagnolo (ADL Agusta-Westland) e Giansandro Bertinotti (ADL Alenia-Aermacchi), oltre che di Rossana De Simone, MarioAgostinelli, Ugo Giannangeli, Gregorio Piccin, Elio Pagani e Alberto Perino.

Proponiamo qui un riassunto di ciò che è stato detto in quell’incontro in formato pdf.

Di seguito, invece, i link ai video di alcuni degli interventi degli ospiti del dibattito:
Introduzione: https://www.youtube.com/watch?v=vy1pDaCMIR8
Intervento di Rossana De Simone: https://www.youtube.com/watch?v=4dckqkNuWfc
Intervento di Domenico Morohttps://www.youtube.com/watch?v=a2b530T1fAs
Intervento di Manlio Dinuccihttps://www.youtube.com/watch?v=uz_fr-IgNbE
Intervento di Mario Agostinellihttps://www.youtube.com/watch?v=o5ofY28l_zU
Intervento di Gregorio Piccinhttps://www.youtube.com/watch?v=271Xeb0RixM

FONTE:  http://www.nigrizia.it/notizia/un-nuovo-ruolo-per-finmeccanica/notizie

lunedì 15 dicembre 2014

Introduzione al Convegno: “L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”.


A nome dei missionari comboniani che risiedono in questa casa, dò il benvenuto a tutti voi che oggi siete qui per partecipare al convegno “L’industria delle armi alimenta le guerre. Il ruolo di Finmeccanica”. Sono già trascorsi due anni dalla marcia contro la vendita degli aerei M 346 a Israele, fabbricati da Alenia Aermacchi, nella fabbrica di Venegono Superiore.
A questo proposito voglio anche ricordare che oggi L’ONU celebra la Giornata Mondiale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Il 29 Novembre del 1947, l’Assemblea Generale adottò la risoluzione 181 (II), che divenne nota come la Risoluzione sulla Partizione.
Questa giornata rappresenta un’opportunità per la comunità internazionale di concentrare la propria attenzione sul fatto che la questione palestinese è ancora irrisolta e che il popolo palestinese deve ancora conseguire i propri diritti così come sanciti dall’Assemblea Generale dell’ONU.
Come dicevo, dopo due anni, dalla nostra prima marcia, nonostante le tante crisi che, evidentemente, hanno raggiunto anche gli ambiti legati al pacifismo, all’antimilitarismo, alle iniziative sulla riconversione e la smilitarizzazione del territorio, siamo ancora sulla strada.
P. Alex Zanotelli, che poi vedremo in video-conferenza, ci invita a superare rotture, attriti, incomprensioni che indeboliscono il movimento per la pace in Italia. La speranza nasce dal basso, da questo metterci insieme per trasformare i nostri Sistemi di morte in Sistemi che danno vita.
Qualcuno potrà dire, tutto ciò serve a poco, le cose sembrano cambiare, ma in peggio. Attorno a noi c’è molta indifferenza, si preferisce parlare di altre cose, in modo magari politically correct, come si dice. Però parlare di pace, oggi, implica fare discorsi politici, toccare interessi e sensibilità che sembrano opporsi alla costruzione di un mondo più umano e vivibile.
Nel suo discorso al Consiglio d’Europa, martedì scorso, Papa Francesco ha insistito sull’importanza di preservare, coltivare e diffondere la pace. I conflitti sono foraggiati da traffici di armi molto spesso indisturbati, ha ricordato il Papa. La Chiesa considera che “la corsa agli armamenti è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri”. Però il Papa è anche cosciente che la pace si può realizzare soltanto nell’atteggiamento costante di iniziare processi e portarli avanti. Perciò costruire la pace richiede di privilegiare le azioni che generano dinamismi nuovi nella società e coinvolgono altre persone e altri gruppi che li svilupperanno, fino a che portino frutto in importanti avvenimenti storici. Portare avanti, quindi, i processi senza ansietà ma con convinzioni chiare e con tenacia. Ed è ciò che stiamo facendo, con molta umiltà e senso del limite, ma anche con grande coraggio e perseveranza.
Sono certo che se siamo qui per l’ennesima volta, è perché abbiamo qualcosa da imparare e da offrire, senza imporsi ma camminando insieme per resistere alla guerra e arrivare alla sua abolizione.
Abbiamo scelto come sede dei nostri incontri un castello, costruito ovviamente per perseguire obiettivi anche militari. Questo edificio ha subito lungo i secoli modifiche strutturali e funzionali, fino a diventare luogo di formazione e partenza di missionari che nel mondo si sono fatti promotori di riconciliazione, giustizia e pace. Noi siamo i primi a dire che la riconversione ed il cambiamento è possibile.
Per camminare verso il futuro, ci ricorda Papa Francesco, servono memoria, coraggio e sana e umana utopia! Dove quest’ultima diventa la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale, economico e politico.
Augurando a tutti buona permanenza e buon convegno, termino con una frase dello scrittore Paulo Coelho: “La gloria del mondo è transitoria e non è questa che ci dà la dimensione della nostra vita, ma è la scelta che facciamo di seguire la nostra leggenda personale. Credere nelle nostre utopie e lottare per i nostri sogni”. 
 
P. Massimo Robol

domenica 14 dicembre 2014